DenominazioneChambolle Musigny
CHAMBOLLE-MUSIGNY. Il comune appare per la prima volta sulla cartografia di Citeaux tra il 1112 e il 1119, con l'appellativo "Cambola", sostantivo che deve la sua radice all'origine gallica della parola "Cambo" (la cui traduzione letterale è: "ansa di un corso d'acqua" ); tale sostantivo è resistito nell'evoluzione della lingua gallica, piegando, nel corso del tempo, la propria accezione, al significato di "terreno situato in un'ansa del fiume"; quindi, etimologicamente, significa letteralmente "terra fertile che si trova nei pressi di un corso d'acqua, che dà luogo a terreno di buona qualità". Chambolle deve, pertanto, la sua etimologia alla propria posizione, situata allo sbocco di una valle, in un'ansa di un corso d'acqua, che giace ai piedi dello sperone di Grognot, sul fondo della Combe d'Ambin, chiamata Chamboeuf, che si trova sotto l'abitato. E' opinione massimamente diffusa tra i più accreditati conoscitori dei vini di Cote d'Or, nonchè autorevolmente sostenuta dal Dr. Lavalle, intorno al 1855, che i vini di questa denominazione siano unanimemente i più delicati, raffinati e femminei dell'intera Cote de Nuits e Cote de Beaune; i due aggettivi spesi, però, non devono far ritenere che si tratti di vini fragili, eccessivamente eterei, efebici nel senso di assenza o estrema labilità sotto il profilo della personalità olfattiva e gustativa, anzi. Anche questa denominazione, come le altre del comprensorio, furono storicamente d'apannaggio dei monaci dell'Abbazia di Citeaux (dal 1110 circa), sino alle celeberrime confische delle terre, operate nel corso della Rivoluzione Francese, che frammentarono la Cote d'Or in un immenso puzzle di proprietà.
GEOGRAFIA DEL LUOGO E TERROIR: Chambolle-Musigny, riconosciuta per decreto del 15 aprile 1878, si estende su circa 180 ettari, di cui 94 ha sono destinati ai vini village, 61 ha ai premier cru e 24 ha ai grand cru; i pesi massimi qualitativi della denominazione sono: 2 grand cru e 24 premier cru. Il comune si presenta di pianta quadrata, e si allunga con l'appendice di una lingua di terra che si snoda verso sud, sopra i vigneti dei climats Musigny e Combe d'Orveau; il territorio è diviso in due dal fiume Grone e dalla vallata ai piedi della Combe de Chamboeuf. Il terroir di Chambolle è marcato fortemente da una percentuale di marna a netta prevalenza calcarea e da terreni piuttosto poveri in magnesio; solo la zona di vigneti più alta del climat Musigny, in cui, quest'ultimo, si adagia sul climat Les Argillières, nonchè sul lato del climat Bonnes Mares che confina con Morey St Denis, vi è la presenza di una percentuale di argilla nelle marne; tralasciate queste due eccezioni, tutti i terreni della denominazione sono attraversati da una profonda vena detritica molto chiara, adagiata su una base di dura roccia calcarea di chiara origine Bathoniana e Bajociana; questa singola situazione del pedoclima determina sovente fenomeni di "clorosi", un deficit o una degradazione di clorofilla che rende le fogli delle viti meno verdeggianti ed, anzi, più tendenti al giallo, che riverberano la loro efebicità anche sulla tonalità dei vini ivi prodotti.
GRAND CRU
BONNES MARES: si estende per 15.06 ha totali (media produttiva: 466 hl), per la maggior parte sul comune di Chambolle Musigny (13.54 ha) e per soli 1.52 ha in quello di Morey St Denis; nel gioco delle metafore tipiche della tradizione borgognona, allo scopo di generare un'icona rappresentativa ed efficace per chi approccia lo studio di questa denominazione, ed, in particolare, di questo storico climat, esso è impersonificato nell'immaginario collettivo dei vigneron locali come un soggetto che non possiederebbe un legame di parentela come quello esistente tra Les Amoureuses e Musigny, ed è considerabile alla stregua di "un parente non consanguineo degli altri due; costituirebbe un vecchio zio, di orgini lontane; un uomo, molto conviviale e loquace, che ha bisogno di contatto e socialità; uno spirito libero, indipendente e anti-convenzionale". Da un punto di vista squisitamente territoriale, invece, questo climat, che, come detto, è condiviso territorialmente con il comune adiacente di Morey St. Denis, costituisce, per una parte di esso, una vera atipicità rispetto allo stile notoriamente carnoso e delicato dei vini del comune di Chambolle; addentrandosi nella geografia del luogo, concependo idealmente una diagonale dal suo versante sud, che dà su Chambolle, ed estendendolo sino alla diagonale opposta che tocca il confine con Morey St Denis, siamo in grado di dividerlo in due aree, geologicamente molto distinte tra loro: sotto questa linea ideale si stagliano le c.d. “Terres Rouges” (terreno della medesima matrice del Clos de Tart), contraddistinte da un primo strato, di circa 50 cm, composto da terra argillosa e silicea e, successivamente, un sottosuolo marnoso (argillose-calcareo), strutturato da sedimenti rocciosi, risalenti al periodo bathoniano; la parte alta della diagonale, invece, individua le c.d. “Terres Blanches”, contraddistinte da uno strato superficiale poco profondo, composto da piccoli sassi, una componente argillosa irrisoria ed un sottosuolo formato da marne calcaree, molto ricche di fossili marini; una curiosità riguarda il confine sud del climat, che letteralmente penetra tra le mura del Clos de Tart e, catastalmente, è ancora nominata come area facente parte di Bonnes Mares, anche se, dal 1966, è terreno facente parte del Clos de Tart. Quanto alle caratteristiche proprie dei vini di questo climat, basicamente il colore di questo vino possiede sempre una sfumatura più violacea, rispetto al Les Amoureuses, che, invece, vira sempre sul rosso rubino; un Bonnes Mares possiede sempre un bonus di selvatichezza, che si esprime nelle nuances dei frutti percepiti, in cui, oltre alla canonica ciliegia nera, si fanno strada netti sentori di mirtilli scuri, che possieodno il dono di essere sia molto dolci ma anche portatori di maggiore, seppur piacevole, tannicità; questo è un vino in cui prevale l'aspetto strutturale (concetto che va ben compreso: cioè è da intendersi riferito al corpo medio del vino che ne scaturisce, in termini, quindi, di peso specifico di estratto secco mediamente riscontrabile, quindi lontano da giudizi legati a presunti eccessi estrattivi riscontrabili mediamente), e non la mineralità (durezza che non appartiene, per dna, a questo climat), invece debordante e suadente nel suo contraltare (assieme al Musigny grand cru) di denominazione, il Les Amoureuses. Infine, in sede di vinificazione, è definito un vino che perdona maggiormente i piccoli errori rispetto al "Musigny" ed al "Les Amoureuses", i quali, se non gestiti a regola d'arte, possono rilasciare una tannicità intensa ed indesiderata nel prodotto finale.
I proprietari (in ordine decrescente, per ampiezza dell'appezzamento posseduto):
- Domaine Comte de Vogue ( 2.70 ha)
- Domaine Drouhin Laroze (1.49 ha);
- Domaine Georges Roumier (1.39 ha);
- Domaine Bernard Claire/Domaine Fougeray de Beauclair ( 1.20 ha);
- Domaine Louis Jadot (1.11 ha);
- Domaine Bart (1.03 ha);
- Domaine Robert Groffier (0.97 ha);
- Domaine Vougeraie (0.70);
- Domaine Dujac (0.58);
- Domaine Naigeon (0.50);
- Domaine Bruno Clair (0.41 ha);
- Domaine Peirazeau (0.39 ha);
- Domaine Jacques Fréderic Mugnier (0.35 ha);
- Domaine Bertheau (0.34 ha);
- Domaine Castagnier/Newman (0.33 ha);
- Domaine D'Auvenay (0.26 ha);
- Domaine Georges Lignier (0.29 ha);
- Hervé Roumier (0.29 ha);
- Domaine Bouchard P. et F. (0.24 ha);
- Domaine Joseph Drouhin (0.23 ha);
- Domaine Arlaud (0.20 ha);
- Domaine Charlopin Parizot (0.12ha).
MUSIGNY: si estende per 10.85 ha totali (media produttiva; 300 hl), ed definito, a queste latitudini, come "un vino dotato di un innegabile lato femminile, ma che possiede la sostanza di un patriarca; non di un patriarca rustico, ma dotato di eleganza sopraffina", che dà luogo a vini dai tratti straordinariamente aggraziati e vanta una lussureggiante nota, dai toni spiccatamente minerali. Il Musigny Grand Cru, che all'epoca del Dr Lavalle si estendeva per soli 10.05 ha, è suddiviso in tre sezioni: quella più a nord nord è chiamata Les Grands Musigny (ed è la principle), più a sud vi è il Les Petits Musigny (monopole del domaine Comte de Vogüé) ed, infine, piuttosto di recente, è stata aggiunta una terza sezione, composta da alcuni lotti del climat della La Combe d'Orveau (aggiunti ai Les Petits Musigny, nel 1929 e nel 1989). Il terroir di questo monumentale vino è autorevolmente definito dal gotha dei master of wine degno di presenziare nella top five dei migliori climats di Cote d'Or, assieme a calibri come lo Chambertin, il Clos de Bèze, il La Tache ed il Romanee-Conti.
I proprietari (in ordine decrescente, per ampiezza dell'appezzamento posseduto):
- Domaine Comte Georges de Vogué (2.92 ha);
- Domaine J.F. Mugnier (1.13 ha);
- Domaine Jacques Prieur (0.77 ha);
- Domaine Joseph Drouhin (0.67 ha);
- Domaine Leroy (0.27 ha);
- Domaine Vougeraie (0.21 ha);
- la Maison Louis Jadot (0.17 ha);
- Domaine Drouhin-Laroze (0.12 ha);
- Domaine Georges Roumier (0.10 ha);
- Domaine Faiveley (0.03 ha).
CURIOSITA' SUL CLIMAT: il domaine Comte du Vogue, all'interno di questa parcella (di 7.20 ha totali), possiede 0.65 ha di vigne a cepage chardonnay; si tratta del c.d. "Musigny blanc" che, però, non è classificato come grand cru ma come "appellazione regionale" ed esso manterrà questa classificazione finchè i disciplinari dello "chambolle village" e dello "chambolle 1er cru" non tolleleranno l'utilizzo dello chardonnay per la loro produzione; è curioso il fatto che le autorità francesi lo considerino comunque un grand cru "in pectore"; le vigne a chardonnay, ora, sono molto giovani e vedremo come si comporterà l'Inao in futuro. Per quanto riguarda la generale valutazione dei vini prodotti in questo esaltante microcosmo vitivinicolo, essi sono riconosciuti unanimemente tra i più sottili, eleganti, femminili, orientaleggianti (la presenza di variegate nuances speziate è il tratto più immediatamente riconoscibile) e seduttivi dell'intera Borgogna; ciò è dovuto alla struttura dei terreni, in particolare alla presenza di suoli ricchi di rocce calcaree, marne e ciottoli, i quali rendono i vini meno ricchi di antociani, meno austeri rispetto a quelli dei comuni siti più a nord della regione; in particolare, qui i terreni possiedono un bonus di calcare attivo, che determina un lieve fenomeno di clorosi nelle vigne, che si traduce in una colorazione verde più pallida delle foglie delle viti, che determina, successivamente, vini dalla colorazione scarica, dotati più di fragranza che di potenza. Va però doverosamente precisato che vi sono molti climat che esibiscono tratti molto vicini al comune di Morey St Denis o che comunque presentano molte più affinità con la sezione delle "Terres Rouges" del cru Bonnes Mares (come i 1er cru: les graunchers, les sentiers, le fuees, le cras, la parte piu a sud del 1er cru Les Baudes, Derriere La Grange e Les Vérroilles). Le affascinanti caratteristiche di questi vini sono storicamente riconosciute sin dalle autorevoli dichiarazioni di Jules Lavalle, esimio dottore in scienze naturali (che, con la propria opera, pose le basi di quella che sarebbe stata, successivamente, la classificazione ufficiale, finale, delle AOC in Borgogna) che, nel 1855, all'interno del suo capolavoro, intitolato "Histoire et statistique de la vigne des grands vins de la Côte-d'Or" (il suo libro è stato in gran parte basato sull'opera del 1831 di Denis Morelot, il quale, è accreditato essere colui che, per primo, ha introdotto la nozione di "terroir" in Borgogna) solennemente proclamò Chambolle il comune in grado di produttore i vini più delicati dell'intera Cote de Nuits.
1ER CRU
LES AMOUREUSES: parcella straordinaria, che si estende per totali 5.40 ha; l'etimologia, meno romantica, ma più probabile, fa risalire il nome di questo climat alla circostanza che il terroir della parcella fa si che quando piove, la fanghiglia che ne deriva resta particolarmente attaccata alle suole degli stivali, metaforicamente richiamando l'abbraccio serrato tipico di due giovani amanti. E' universalmente riconosciuto il climat di questa categoria qualitativa più importante di Chambolle; metaforicamente, è paragonato a "una donna dalla grande femminilità, e di folgorante bellezza"; ma è anche considerato una sorta di "fratello minore del Musigny"; infatti, si trova ubicato proprio sotto il Le Grand Musigny, dove il terreno scoscende in modo deciso e scandisce la presenza di una serie di piccoli terrazzamenti che guardano in direzione di Vougeot. il Domaine Robert Groffier et Fils ne possiede più di un ettaro e rappresenta il proprietario con il maggiore appezzamento. Si tratta, senza dubbio, di un Grand Cru in pectore per alcuni, mentre per altri, pur possedendo lo charme e l'autorevolezza dell'imprinting più delicato e femminile di tutta la Cote d'Or, non arriva alle stratificazioni e profondità di sorso del suo termine di paragone più prossimo, il grand cru di Musigny. Il vino si caratterizza per una tendenza spiccata a conservare a lungo i suoi tratti fascinosi, tipicamente propri della gioventù, e raggiunge, mediamente, tardi la sua maturità e terziarizzazione; celebre ed immediatamente riconoscibile, dalla gioventù, è il suo intenso bouquet olfattivo, un vero marchio di fabbrica per la palette di spezie chiare orientali, estremamente riconoscibili, che riesce a declinare con scansioni di assoluta piacevolezza; l'ingresso al palato, nelle sue migliori definizioni, esibisce una texture estrattiva sempre appena avvertibile, delicatissima, giocata sull'estrema raffinatezza dei toni e dell'intensità aromatica, che vanta un tannino che pare ricamato su trama ed ordito, palpabile ma intensamente soft e decisamente lussureggiante.
LES CHARMES: celebre parcella che si estende per 7.51 ha totali; si tratta di un climat particolarmente apprezzato dagli amanti della denominazione, sia per le sue dimensioni, che per la sua prossimità con il Les Amoureueses; geograficamente beneficia di una posizione che risente degli effetti climatici prodotti dal vicino cono di deiezione della vicina Combe. I vini ivi prodotti risultano sempre rotondi e dal bel profilo estrattivo; non raggiunge le vette qualitative di raffinatezza del 1er cru prima descrito, o l'esperienza dell'estrema profondità di sorso dei climats Les Cras e Les Fuées o la aggraziata ed intensa speziatura di fondo del Les Sentiers o del Les Baudes ma rappresenta un degnissimo ambasciatore della classe di Chambolle Musigny.
LE CRAS: si tratta di un climat che si estende per 3.45 ha (cui si aggiungono 2.78 ha cliassificati village), che, inizialmente, non godeva di una fama cosi come oggi cli è stata, invece, giustamente, attribuita e riconosciuta; probabilmente ha accresciuto le sue quotazioni qualitative anche a causa del mutamento climatico cui stiamo assistendo: decenni fa qui le uve, infatti, stentavano a maturare. I vini ivi prodotti risultano sempre molto vivaci aromaticamente, tratteggiati da una bellissima mineralità e godono di ottima personalità gusto-olfattiva; il climat è esposto a sud e con uno strato di terreno superficiale molto sottile, ma ricco di scheletro a dominanza pietrosa.
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Bonnes Mares grand cru 2021
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Musigny grand cru 2021
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Chambolle Musigny 1er Cru Les Amoureuses 2021
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